Villa Reale

Installazioni intorno alla Villa Reale

Fontana

Clarissa Quaranta (orso Polare)

Orso polare che cerca di uscire dalla fontana della villa come simbolo del riscaldamento globale, e guarda stranito quello che c’è fuori. Quindi  l’obiettivo è sensibilizzare a livello ambientale. Le dimensioni  sono quelle reali di un orso.  il materiale utilizzato è l’eco pelliccia all’esterno con struttura in ferro all’interno.

 

Ivan Violato (figure umane)

 Figure umane alte 6 metri da collocare in città o nella fontana della Villa Reale. L’obiettivo è di esaltare la   bellezza talvolta data per scontata, si vuole  ingenerare calma per far riflettere sulla bellezza dell’arte passata.

 

IL LUOGO

La Villa reale di Monza

Storia:

Maria d’Asburgo, imperatrice d’Austria, decise di donare una residenza di campagna al figlio Ferdinando, governatore di Milano. La scelta della sede ricadde sulla città di Monza grazie alla vicinanza a Milano, la stimolante vista sulle Alpi e alla ricca vegetazione di pregio.

Fu incaricato per il progetto l’architetto Giuseppe Piermarini.

La Villa fu costruita in soli tre anni -dal 1777 al 1780- e vi risiedettero nel periodo estivo l’arciduca Ferdinando e sua moglie Beatrice d’Este per più di un decennio, fino alla discesa di Napoleone in Lombardia nel 1796. Con la conquista della Lombardia e successivamente la costituzione del Regno d’Italia nel 1805, gli Asburgo dovettero abbandonare questa dimora. La Villa fu così ceduta a Eugenio Beauharnais, nominato viceré d’Italia da Napoleone. Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1814, secondo decreto del Congresso di Vienna, la casata austriaca nel 1815 ottenne il Regno Lombardo-Veneto. Ne assunse la guida l’arciduca Ranieri, scelto direttamente dall’imperatore Francesco I. Egli cominciò nuovamente a frequentare l’amata residenza di campagna e questo periodo fu estremamente felice per la villa:  

Massimiliano I vi risiedette come ultimo esponente degli Asburgo. Il Regno Lombardo-Veneto gli fu fornito come dote per il matrimonio con Carlotta d’Orleans, figlia di Leopoldo di Sassonia e re del Belgio. Negli ultimi anni della dominazione asburgica, invece, la Villa fu piuttosto trascurata dai governatori. Dal 1861 dopo la sconfitta degli austriaci la Lombardia insieme a gran parte dell’Italia si unirono sotto la guida del re Umberto I.  

La Villa ed era da lui molto amata ma sfortunatamente proprio in quei giardini fu assassinato durante una manifestazione sportiva da Gaetano Bresci. Il figlio e successore Vittorio Emanuele III, dopo questa disgrazia, decise di chiudere la villa e successivamente nel 1934 ne decretò la cessione ai comuni di Monza e Milano.

Descrizione artistica: La Villa Reale è uno dei più grandi esempi di architettura neoclassica. Al centro si ergono i tre corpi principali che delimitano la corte d’onore, la quale è chiusa da due edifici cubici. Da questi si diramano al lato le ali più basse: i fabbricati di servizio o minori. L’ala sud, situata a sinistra, ha il suo termine nella Cavallerizza mentre l’ala nord, sulla destra, nella Cappella Reale.

Alla destra della fontana si trovano il Teatrino di corte e l’unico elemento architettonico di forma circolare presente nella struttura: la Rotonda di Appiani.

Questa disposizione crea un effetto prospettico che dà maggior risalto alla facciata dove il cortile d’onore, completamente delimitato dall’edificio è racchiuso da una grande cancellata a lance dorate. La decorazione della facciata è rigorosa, lineare ed elegante. Gli Asburgo preferirono evitare di ostentare la propria ricchezza e invitarono l’architetto Piermarini a progettare un edificio semplice, uniformandosi così al gusto dell’epoca. Piermarini si curò in modo particolare della parte della villa che verso il parco dove la parte centrale sporge dal resto dell’edificio e trova la sua continuità nella splendida terrazza e nella doppia scala che raggiunge il giardino. Questa soluzione permise di evidenziare la collocazione del salone da ballo all’interno, cuore dell’edifico arricchito con decorazioni e specchiate a finto marmo, ricchi lampadari e pavimento in seminato veneziano.

Al primo piano nobile dei corpi principali sorgono le stanze del Re d’Italia Umberto I e sua moglie Margherita, al secondo piano sono presenti gli appartamenti privati a cui si accede dallo scalone d’onore mentre all’ultimo piano si trova il terrazzo Belvedere con vista sul parco.

I lavori di decorazione interna furono eseguiti dai più famosi maestri dell’epoca: Giocondo Arbertolli affrescò la volta della sala da ballo, Giuseppe Levati si occupò dei pannelli trompe-l’oeil e il fiorentino Giuliano Traballesi ornò gran parte dei pavimenti.

 

Aneddoti e curiosità:

La Villa Reale di Monza disponeva di 740 stanze per un totale di 22.000 km² ma poteva accogliere solo cinque principi alla volta con il proprio seguito.

L’edificio presenta un’anomala disposizione est-ovest, che espone costantemente al sole solo l’ala sud, mentre la facciata è illuminata solo al tramonto, la scelta non fu una casuale infatti l’edificio è orientato in asse con Budapest allo scopo di onorare e ringraziare Maria Teresa che nella città era stata incoronata regina di Ungheria nel 1741.

La Villa è stato uno dei primi edifici in cui fu possibile accendere la luce attraverso un interruttore elettrico.

E’ noto che la passione per la caccia fosse comune alla maggior parte dei nobili europei, e re Umberto I era fra questi per questo il parco era popolato di selvaggina e animali di piccolo taglio e, ogni qualvolta il re indiceva una battuta di caccia, la reggia si popolava di nobili europei.

Quando Umberto I fu ucciso dall’anarchico Bresci nella strada antistante alla Villa, ovvero l’attuale viale Cesare Battisti, la monarchia ne fu decisamente turbata e il figlio del re, Vittorio Emanuele II, per mettere alla prova il sostegno del popolo nei confronti della monarchia, inviò un messaggio di conforto a tutti i comuni del regno chiedendo al popolo di firmare la parte retrostante: in poco tempo raccolse più di 100.000 firme, a dimostrazione del sentito sostegno da parte del popolo nei confronti della monarchia in circostanze tanto difficili.

(testo a cura di  Alberto Signorile / Guia Brenna)

 

 

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