Duomo

Installazioni per il Duomo di Monza

Vittoria Erba (labirinto)

Labirinto di parallelepipedi a specchio 1m X1m di altezza 3 metri. L’obiettivo è creare un collegamento tra l’uomo e l’opera d’arte, affinchè egli si veda proiettato insieme al duomo, simbolo della città.

 

Riccardo Crotti (cabina interattiva)

L’installazione prevede una cabina interattiva con un monitor. L’obbiettivo è allestire una mostra illustrativa e interattiva del Duomo.

 

IL LUOGO

Il Duomo

Dedicato a san Giovanni Battista, il Duomo di Monza è una complessa fabbrica risultante dall’unione di più parti sorte in diverse epoche: il nucleo duecentesco, una facciata gotica, un campanile classico e un cimiterino o “chiostrino dei morti” di origine medievale utilizzato per molti secoli come luogo di sepoltura.

La primitiva struttura fu innalzata intorno al 1250 sulle rovine dell’oraculum, il leggendario tempio Longobardo edificato dalla Regina Teodolinda e di cui rimane solamente un rudere di una torre che funzionò, almeno fino al 1606, da campanile. In questa sua primitiva veste il Duomo doveva apparire come un edificio molto semplice con corpo longitudinale spartito da pilastri e copertura a capriate scoperte. La facciata originale composta di solo tre dei cinque campi attuali presentava un’altezza doppia della sua larghezza, fattore che le conferiva una forte verticalità.

Con la crescita d’importanza della città nel XIV secolo la necessità di ampliare la cattedrale portò Matteo Da Campione a sviluppare l’edifico inserendo altri due settori laterali aumentando così i campi della facciata a cinque e riducendo di conseguenza lo slancio verticale. Nello stesso secolo l’edificio fu ampliato a occidente allungando il doppio colonnato della navata con elementi di epoca tardo romanica.

Sempre durante il corso del Trecento sorsero le cappelle laterali e le due grandi cappelle fiancheggianti l’abside, un evangelicatorio (che, smembrato nel XVIII secolo, ora funge da cantoria) e un battistero di cui si è persa qualsiasi traccia.

Nella prima metà del XV secolo un notevole complesso di cicli pittorici, ormai scomparsi, fu realizzato all’interno del duomo. Nel 1577 la vecchia abside fu estesa e poco dopo, nel 1592, fu costruito un nuovo campanile, ultimato sicuramente dopo il 1606.

Nel 1729 si rinnovò in linee barocche il cimiterino, rispettando i muri perimetrali antichi, e durante lo stesso secolo fu ridecorata ad affresco l’interno della chiesa trasformandola in capolavoro del barocchetto lombardo.

All’interno del Duomo, nella cappella di Teodolinda, si trova la Corona Ferrea, un’antica e preziosa corona che venne usata dall’Alto Medioevo fino al XIX secolo per l’incoronazione dei Re d’Italia e, per un certo periodo, anche per gli imperatori del Sacro Romano Impero. All’interno della corona vi è una lamina circolare di metallo: la tradizione vuole che essa sia stata forgiata con il ferro di uno dei chiodi che servirono alla crocifissione di Gesù. La cappella che accoglie la reliquia decorata da un ciclo di affreschi realizzato dagli Zavattari famiglia di pittori con bottega a Milano, che rappresenta il maggior esempio di ciclo pittorico dell’epoca tardo gotica lombarda. Nella vele della volta costolonata sono dipinti gli Evangelisti mentre sulle pareti il ciclo si compone  di 45 scene disposte su cinque registri sovrapposti che rivestono interamente lo spazio. La decorazione, che avvolge anche gli stipiti, è introdotta dal grande arcone di valico verso il transetto nel quale giganteggia la figura di san Giovanni Battista, cui è dedicato il tempio.

(testo a cura di Tommaso Ciocca)

 

 

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