Categorie
QUARTO ANNO

Spot in stopmotion

La stopmotion (o passo uno) è una tecnica che nasce con il cinematografo (e forse anche prima): è alla base di qualsiasi prodotto di cinema d’animazione.
Possiamo distinguere differenti varianti a seconda degli oggetti che vengono utilizzati ma il principio è sempre lo stesso. Una serie di fotografie (fotogrammi) che vengono riprese mentre un oggetto viene spostato / modificato leggermente a ogni scatto.


Se faccio scorrere le immagini in rapida successione ottengo l’illusione che l’oggetto si muova. Alla base di questa illusione c’è il fenomeno della persistenza retinica.
Sulla retina permane traccia dell’immagine precedente anche quando ne arriva una nuova. La frequenza sufficiente è di circa un decimo di secondo: bastano dunque dieci disegni proiettati in un secondo per percepirli non come immagini distinte, ma come un flusso continuo.

Un’animazione classica, costituita di tanti disegni leggermente diversi, prende il nome di animazione fotogramma per fotogramma o “passo uno” (se si fa durare ogni disegno due fotogrammi si parlerà di “passo due”). Si utilizza il termine stopmotion per indicare i filmati realizzati attraverso scatti fotografici fatti a un soggetto che viene spostato o modificato gradualmente. Se ci si serve di pupazzi in plastilina si utilizza anche il termine più specifico di claymation; con fotografie di esseri umani si parla di pixilation.
La tecnica denominata cutout animation consiste invece nell’utilizzare ritagli di carta o stoffa che vengono posizionati su un piano e ripresi ortogonalmente dall’alto. Sempre
attraverso un graduale spostamento degli elementi e una ripresa a fotogrammi singoli, è possibile ottenere movimenti fluidi. Se si utilizzano i ritagli in verticale, è possibile inserire elementi che suggeriscano una profondità, come in un teatrino; questa tecnica si definisce anche silhouette animation. Il risultato assomiglia a quello delle cosiddette ombre cinesi.

Presentiamo una serie di spot pubblicitari realizzati con questa tecnica.

Abbiamo chiesto agli studenti di lavorare su prodotti di fantasia  ma non per questo rinunciare alla coerenza comunicativa:
– a chi mi rivolgo
– cosa voglio dire del prodotto
– perché comprarlo

[elaborati prodotti dalla classe 4^F a.s. 2019-20 durante il confinamento della primavera 2020]

Pink Bubble by Cora Bellesia

 

All Bran Panfrutta by Giulia Degiacinto

 

Tuttitoni by Caterina Fenaroli

 

Leone Bisquits by Alice Pettovello

 

Sourry by Desirée Prezioso

 

Caffé Vero by Miriam Randazzo

Kinder by Giulia Sala

Type-it by Arianna Simiele

 

Ovviamente con questa tecnica si possono realizzare anche prodotti più complessi, veri e propri cortometraggi o film: si tratta solo di avere un progetto e TANTA pazienza…

Come in questi due progetti realizzati entrambi con i LEGO da studenti della classe 4^D a.s. 2019-20 sempre durante il confinamento della primavera 2020.

A quiet day by Viola Bonfanti

Not a normal robot by Andrea Cazzaniga